Emergenza frane in Italia

Emergenza frane in Italia

Jul 8th, 2014

Emergenza frane in Italia

Il caso

Recenti interviste rilasciate da Franco Gabrielli, capo della protezione civile dal 2010, riportano come in Italia siano stati censiti 480’000 sistemi franosi ma, in considerazione del fatto che non tutti i sistemi sono stati registrati, il dato di riferimento passerebbe a circa due milioni. Un centinaio di questi sarebbe della dimensione della frana della Saxe, vicino a Courmayeur in Valle d’Aosta, che ha destato molto richiamo e molto interesse da parte dei media e del pubblico nel primo semestre dell’anno 2014.

Railroad track and landslides

Linear facilities (transportation, pipelines, etc.) are often impacted by landslides.
Sovente strutture lineari, come ferrovie, strade, pipelines sono impattate da fenomeni franosi.

Si parla, sempre secondo le interviste rilasciate, della necessità di intervenire con 40 miliardi di Euro per porre rimedio alla situazione nazionale; cifra che parrebbe essere stata stimata per difetto.
E’ molto interessante leggere il triste commento di Gabrielli: “C’è tanto da fare. E difficile fare prevenzione in Italia, é un problema culturale, si tratta di rischi recepiti come futuri e incerti. E’ molto più preoccupante l’IMU”.

L’”Italian way”

Partiamo da quest’ultima citazione. Non c’é dubbio che condividiamo il rammarico di Gabrielli, come chiaramente abbiamo esposto in recenti interviste  rilasciate in Italia e nell’ambito di commenti sulla gestione dei rischi e delle crisi che abbiamo pubblicato a seguito delle stesse interviste.

L’Italian way, per quel che riguarda la prevenzione dei rischi, come sottolineato da Gabrielli ed altri, lascia effettivamente a desiderare.

Ma in altri paesi la situazione è tanto diversa?
Vi risponderemo “all’Italiana”: si e no! Ecco tre esempi:

  1. Già negli anni ‘80 in alcuni paesi, tra cui la vicina Svizzera, si studiavano molto seriamente le cartografie di rischio e si facevano piani di intervento su scala nazionale, ma le definizioni di priorità all’interno del portafoglio nazionale di sistemi franosi erano spesso lacunose se non addirittura fuorvianti. Ciò generava una sindrome da confusione (Overwhelming syndrome) che finiva per paralizzare i decision makers (politici, operativi).
  2. I servizi geologici US hanno sotto controllo numerosissime frane, ma nonostante ciò, si sono verificati due recenti episodi (con numerose vittime) che hanno dato luogo ad operazioni di salvataggio molto discusse.
  3. Il Giappone, paese che ha fatto della prevenzione un mito e sul quale abbiamo effettuato delle analisi scientifiche di sostenibilità degli sforzi mitigativi  ha anche dimostrato avere delle deficienze molto importanti sia nelle capacità di previsione, sia in quelle di reazione, con un evidente problema legato alla comunicazione al pubblico ed alle utenze.

E allora, direte voi? Le cose diventano chiare solo quando il ragionamento viene fatto fino in fondo in maniera approfondita, senza lasciarsi prendere dalle emozioni, senza che la politica entri in gioco.

Railway, road, communication, and water supply disrupted by a land slide (natural hazard)

Railway, road, communication, and water supply disrupted by a land slide (natural hazard).
Ferrovie, Strade, tubazioni e condutture distrutte da una frana.

Esaminiamo passo a passo il ragionamento.

1. L’uso di termini precisi, opportunamente spiegati, é fondamentale per una corretta valutazione dei rischi e la comunicazione con il pubblico. La potenzialità di un pericolo e delle sue relative conseguenze, che insieme costituiscono un rischio, deve essere spiegata al pubblico. Non é facile, é un lavoro da esperti, e le confusioni si pagano a caro prezzo.

Se la comunicazione non é chiara, si installano dei processi “di panico” che possono risultare difficoltosi da gestire. Ad esempio, possiamo immaginare che i “clienti” di una località di villeggiatura come Courmayeur possano decidere di non recarsi più in quel luogo. Notiamo che, al contrario, una crisi può essere “girata” in un successo, se, per esempio, il pericolo diventa un’attrazione turistica…

2. La prevenzione, anche quella di fenomeni poco prestigiosi come le frane, ha degli impatti economici potenzialmente molto pesanti. Senza una corretta analisi costi-benefici é difficile far comprendere ai decision makers che la prevenzione é un investimento utile.

3. Non si possono non considerare le conseguenze complesse di un fenomeno (franoso) nel  nostro mondo interconnesso (conseguenze domino): non si possono fare studi di rischio ed analisi di costo-beneficio senza far intervenire la tollerabilità sociale nelle valutazioni. Questo é fondamentale in periodi di difficoltà congiunturale, dove i fondi sono limitati e dove é indispensabile valutare efficienza ed efficacia (non sono sinonimi) delle azioni mitigative.

4. E necessario prioritizzare attentamente il portafoglio di rischi sulla base di scelte scientifiche e non partitiche, ricordando come il  rischio zero non esista e come, vivendo in paesi democratici, le soluzioni “imperative” non funzionino.

5. I metodi utilizzati devono essere capaci di discernere differenze critiche in un portafoglio da 500’000 a 2 milioni di oggetti. Questo non é certamente fattibile con le metodologie sursemplificate “abituali” (FMEA, Matrici Probabilità-Impatto). E’ invece fattibile con metodologie razionali quali ORE (OPTIMUM RISK ESTIMATES).

Intolerable risks per divisional element

One of many possible ORE Risk Cockpit graphs.
Esempio di cruscotto ORE per l’analisi dei rischi globali di aziende o enti governativi.

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Category: Italiano

2 responses to “Emergenza frane in Italia”

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