Frecciarossa Trenitalia, Guariniello, attacchi cardiaci e defibrillatori
Nov 19th, 2012
Solo pochi giorni fa pubblicammo su questo blog un articolo che dichiarava che “ Nessun manager si può più permettere, come recenti avvenimenti di cronaca industriale e legale italiana e mondiale hanno dimostrato, di lavorare “d’istinto”, su basi approssimative non quantificate e non giustificabili…”
Evidentemente, pensavamo a casi come il sisma dell’Aquila ed i suoi risvolti legali, politici e mediatici, l’Ilva di Taranto, con tutto il suo fardello tossicologico, ed a vari altri casi italiani ed internazionali.

Naturalmente i risultati dei cambiamenti climatici sul fragile territorio della penisola fanno parte della mutazione globale che si dovrebbe promuovere per quel che riguarda la “cultura del rischio”, sia da parte dei privati che delle Autorità.
Sono passati solo cinque giorni, ed ecco di nuovo la “povera cultura Italiana del rischio” alla ribalta, rilanciata da un triste decesso per crisi cardiaca sull’Alta Velocità:
“...Non la pensano così i passeggeri del treno della morte, sul piede di guerra per i 40 minuti d’agonia dell’uomo. Né la rivista Ancora In Marcia: «È da ritenere uno scandalo all’italiana – si legge sul loro sito – che su nessun treno, neanche quelli con dotazioni tecnologiche d’avanguardia e di lusso, vi sia una vera cassetta di pronto soccorso, un defibrillatore, farmaci salvavita».
«Non è possibile che su una tratta ferroviaria di primaria importanza, i primi soccorsi siano improvvisati – rincara la dose l’eurodeputato Vito Bonsignore – e che la prima fermata straordinaria avvenga 40 minuti dopo l’allarme». Del caso si sta occupando la polizia ferroviaria di Milano. Non è escluso che venga aperta un’inchiesta” (fonte: La Stampa).
I regolamenti, decreti e persino le leggi dello stato dovrebbero prendere in conto i pro ed i contro di ogni decisione, senza dimenticare le varie scelte progettuali, come quella di considerare (o no) la salute dei passeggeri a bordo di un treno ad alta velocità.
Ora, le scelte progettuali non devono essere fatte “nel panico”, sotto pressione mediatica o legale, ma devono essere correttamente ponderate.
Solo un’attenta analisi dei rischi “prima dell’incidente” permette di prendere le buone decisioni e di difendersi “dopo l’eventuale incidente” da attacchi legali e mediatici.
Nascondersi dietro la pretesa non prevedibilità è un’attitudine errata (e reato…).
Credere alla “buona fortuna”, fidarsi senza misura dell’intuizione, spesso criminale.
ORE (Optimum Risk Estimates) Versione 2012, con cruscotti gestionali integrati multi-livello, è la risposta a queste preoccupazioni molto reali.
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